mercoledì 7 dicembre 2011

Imago odoris

C'è una storia che mi gira in testa, ogni sera, anzi, ogni notte. E' come se tirare su coperte e lenzuola fosse un po' voltare la copertina di un libro che esiste solo nella mia testa. E non parlo di qualcosa come una sinossi, non parlo di un riassunto. Al limite, posso avere una quarta di coperta nascosta da qualche parte, quello sì. Ma non mi è mai piaciuto leggere le quarte: sono spot, e, come tali, ingannevoli. Non sono mai riuscito a leggere una quarta prima di iniziare un libro. Mi piace leggerle dopo, alla fine, dopo l'ultima pagina. Per poi giudicarle, per l'appunto, sciocche. Ingannevoli. Anche le introduzioni le leggo dopo.
Tiro su le lenzuola, chiudo gli occhi e quello che mi appare in testa è un romanzo, una storia, di cui non conosco il canovaccio; non conosco la trama, non conosco quello che si vuol dire senza dire. Vedo frasi e vedo sensi. Ieri sera, per esempio, ho pensato che la differenza tra ciò che viviamo davvero e ciò che televiviamo sta tutta nell'odore. Prendi un massacro in Africa, per esempio, un'epidemia; prendi quei bambini e le loro mosche che razzolano intorno ai corpi, agli ossicini, a quegli occhi gialli. Li vedi e ormai ti sembrano bambolotti, ti sembrano cartoni animati. Prendi un morto ammazzato, prendi un'alluvione, prendi una frana. Prendi quello che ti pare, anche una bella donna, una modella. La differenza sta nell'odore. Non senti l'odore del bambino africano e del sudicio in cui vive; non senti l'odore del fango nelle strade; non senti l'odore del sangue e della merda. Ecco perché siamo così disabituati alla vita. Viviamo d'immagini, di bit. E quando ci troviamo di fronte agli odori, ci rendiamo conto che, alla fine dei conti, il mondo sa ancora sorprenderci, terrorizzarci.
Una riflessione di questo tipo, be', a me piacerebbe leggerla in un libro. Forse qualcuno l'ha già pensata. Forse no.
Quando tiro su le coperte e accarezzo la mia donna che intanto inizia a respirare più profondamente, vedo il mio prossimo libro che, per adesso, è solo lì, sul ciglio della notte. In attesa. E' come un bambino, un nascituro. Uno che se ne sta lì, non in pancia ma in testa.
Lo vedo e non riesco a prendere sonno. Per qualche momento, almeno, avrei voglia di alzarmi e scrivere. Ma la stanchezza della giornata, i pensieri, la vita, la distopica quotidianità verso chissà dove è come una mano che ti spinge giù e che non ti permette di fare un cazzo di nulla. Poco male, pensi, c'è sempre domani per tornare a picchiettare sui tasti di un pc, o per prendere una penna e scrivere su un quaderno, come quando avevi qualche anno in meno e non avevi idea che ti saresti trovato in una situazione come questa. Quando eri più piccolo, ti ricordi?, l'unica cosa che avevi in mente era crescere. Senza sapere cosa voleva dire. Senza sapere un cazzo di nulla. Prendevi la rincorsa ma non avevi idea del salto che avresti fatto.
E poi ci sono volte in cui volti pagina, tra le lenzuola, e quello che ti trovi davanti è semplice, puro, sacro terrore. Terrore, già. Se tu fossi una formica, o un koala, un panda, una goccia d'acqua o di pioggia, accetteresti il tuo destino. Non avresti nemmeno dentro di te il concetto di destino. Forse, non avresti in testa nemmeno il concetto di vita. Vivresti e basta. Un secondo, un'ora, un secolo: poco importa. Sopravvivenza pura e dura senza tante seghe mentali. La casa, la bolletta, la morte che arriva a passi felpati. La tua, quella delle persone a cui vuoi bene che ora ci sono e che poi non ci saranno più. Come sarà, dopo? Come sarà quando sarai da solo? Odori. Non riesci a legare i tuoi pensieri agli odori. Senti la paura che potrebbe strozzarti come un assassino silenzioso e subdolo. E' allora che ti trasformi, che pensi che sì, cazzo, anch'io posso essere una formica, un panda, un cazzo di goccia d'acqua che cadecadecade e poi diventa terra, o asfalto, o erba. Anche tu stai cadendo, stai precipitando, ma a differenza delle gocce tu hai tutto il tempo di bestemmiare e di pensare al futuro. Vuoi un figlio ma come si fa? Vuoi una casa, ma come si fa? Vuoi essere felice e proteggere gli altri dalle tempeste di sabbia. Vuoi. Ma come si fa?
Ti addormenti dopo un bel po'. Per quel bel po' ti giri e rigiri nel letto, stando ben attento a non far troppo rumore. Il problema è che ti addormenti, poi, e che quando ti svegli ti ricordi poco di quel libro.
Quello che ti ricordi è che in copertina c'è un'immagine degli odori.