giovedì 15 maggio 2008



Leggi la mia conversazione con Giovanna Maggiani Chelli,
dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di via de' Georgofili,
pubblicata su Informa Firenze - maggio

martedì 13 maggio 2008

Chiedi chi era... PEPPINO IMPASTATO

Chiedi chi era Peppino Impastato. Chiedilo a chi l’ha conosciuto, a chi ha sognato, lottato, sofferto con lui, per lui. Chiedi chi era Peppino Impastato: Peppino era un ragazzo, un ragazzo di Sicilia, siciliano di Cinisi, siciliano geniale e arrogante, e ribelle. Peppino era un figlio: figlio di un padre mafioso e di una madre divenuta leggenda.
Peppino Impastato era un rivoluzionario, un’idealista. Scriveva poesie, Peppino, mettendo in rima la protesta non violenta contro la violenza della mafia, del potere politico colluso e del silenzio assordante dell’accondiscendenza; urlava il suo no dai microfoni di Radio Aut, Peppino, declamando la sua Commedia non divina ma cretina, dove i peccati si dicevano e i peccatori si sbeffeggiavano per nome. Quei peccatori che sarebbero stati, il 9 maggio 1978, i suoi aguzzini; quei peccatori che hanno violentato la sua memoria, la sua lotta, hanno infangato o ci hanno provato, ma senza riuscirci, non fino in fondo.
Trenta anni fa Peppino Impastato era brandelli di corpo sparsi intorno a una ferrovia. Pezzi di carne come semi di speranza seminati sulla terra di Sicilia e di Italia, così assetate di speranza, legalità, di rivoluzionari in grado di opporsi con cultura di vita a una non cultura di morte. Terre innaffiate con sangue innocente di persone innocenti in cui la speranza non germoglia, ma annega.
Chiedi chi era Peppino Impastato.
Chiedi chi era Peppino Impastato e poi deponi un fiore sulla tomba italiana della libertà. Che non è mai morta, perché mai è stata viva, se non nella voce e nei brandelli e nel sangue.
Chiedi chi era Peppino Impastato, e capirai perché oggi Mangano è un eroe.
Perché abbiamo perso, Peppino. Anche se ogni tanto ci fanno pensare che ci sia stata e ci sia ancora una partita da giocare.
(Gianni Somigli - Informa Firenze - maggio)

Dedicato al presidente del Senato della Repubblica italiana, Renato Schifani, siciliano.