venerdì 21 maggio 2010

SI È MAI VISTO UN GIORNALE CHE REGALA DVD?!?!


...in effetti sì, si è visto. La domanda che si fanno nelle pubblicità alla radio quelli di "Libero", sedicente titolo di un sedicente giornale che di quotidiano ha solo la frequenza, ha quindi una risposta. Quello che non si era mai visto, invece, è un giornale che regala DVD con i DISCORSI DI MUSSOLINI. Molto simpatica come idea, così come è molto ironica e ben riuscita l'idea di estrapolare alcune frasi da inserire nello spot. Molto, molto carina: a Libero sono davvero dei geni.

C'è una domanda ulteriore che però è giusto porsi.
Si è mai visto un giornale che regala DVD?
Sì.
Si è mai visto un giornale che regala DVD con i discorsi di Mussolini?
Finora, ce l'eravamo evitato.

Ma soprattutto.
Si è mai visto un giornale tedesco che regala DVD con i discorsi di Hitler?


lunedì 10 maggio 2010

La Kia nel paradiso dei canini


Non dare retta a quello che senti dire in giro, Kia: il paradiso dei canini esiste, eccome se esiste! Non avere paura. Noi saremo anche lì, non ti lasceremo mai da sola. Non avere paura. Ci siamo salutati solo per un po’. Come quando andavamo in vacanza e tu aspettavi pazientemente il nostro ritorno. Puoi correre, lassù, nel paradiso dei canini, sai, Kia? La zampa non ti farà più male, per nulla! Puoi correre fino a quando la lingua ti toccherà per terra. Sai, Kia, il paradiso dei canini è fatto di prati giganteschi. Eppure saranno tutti come quello in cui hai passato la tua vita. Uguali identici. Solo, più grandi. E ci saremo noi. Ci saranno tutti i tuoi giochetti preferiti. Ci saranno le palline e ci saranno i polli di gomma, e i peluche. E ci sarà un enorme divano, proprio così!, ci sarà un divano enorme, il divano del paradiso dei canini: è uguale a quello su cui ti sei stiracchiata, su cui hai sonnecchiato. E ci saremo anche noi, lì, insieme a te: dovrai ancora piazzarti davanti e guardare con i tuoi occhi languidi per farmi alzare e metterti al posto mio, che credi! Nel paradiso dei canini ogni giorno potrai mangiare tutto quello che ti pare. Potrai mangiare bisteccone e salcicce fino a che ne avrai voglia. E ci saremo noi, lì. Non avere paura. Ogni volta che vorrai, ogni sempre, ci saremo, lì, a grattarti dietro l’orecchio, a grattarti sul culone. Ci sarò io a farti qualche dispetto, a spaventarti, ad abbracciarti. Non avere paura, Kia: il paradiso dei canini è il posto migliore di tutti. Lì non ci vai mica perché ti sei pentita di qualcosa. Lì ci vai perché sei amore e gioia. Lo sei stata per dieci lunghi anni, lunghi eppure già finiti. Eri piccina picciò, e avevi delle zampone troppo grosse rispetto al resto, sai, Kia? Ho delle foto di te da cucciola. Eri bellissima, e lo sei, lo sei ora che saluti noi, che saluti il tuo divano, che saluti la tua casa, la tua terrazza, che saluti noi che piangiamo e che non ce ne facciamo una ragione. Siamo stupidi, vero Kia? Siamo stupidi perché adesso la zampa andrà bene, lassù, nel paradiso dei canini, andrà bene la zampa, andrà bene la pancia: non ci sarà dolore, lassù, ci saranno solo corse e grandi dormite e grandi mangiate. E ci saremo noi. Ci saremo tutti. Saremo insieme a te, sempre, per sempre.

domenica 2 maggio 2010

Quando sei morto pioveva


Quando sei morto pioveva, non perché il cielo piangesse, quella è roba da poeti, e di poetico in un ragazzo che muore non c’è niente, non c’è niente di poetico in un ragazzo che muore mentre fuori dalle finestre piove grigio da grigio. Non c’è nulla di poetico nei pomeriggi di maggio che sembrano ottobre o novembre, e dentro una camera un ragazzo conta le sue colpe per cercare di capire, di spiegarsi, per provarci, per piangere. Non ci sarà un secondo tempo, leone, non qui, non su questa terra. Non in questa terra. Pochi giorni, pochi mesi. Pochi. Così pochi. Così pochi. Così pochi. Come può essere, come può accadere. Eppure succede, e mentre fuori piove sei lambito dai tentacoli della medusa. Quando sei morto pioveva e non una goccia parlava di poesia. Di ragione. Niente parlava di nulla. È questa la verità. Che niente, quando sei morto, diceva un cazzo di nulla.