domenica 2 maggio 2010

Quando sei morto pioveva


Quando sei morto pioveva, non perché il cielo piangesse, quella è roba da poeti, e di poetico in un ragazzo che muore non c’è niente, non c’è niente di poetico in un ragazzo che muore mentre fuori dalle finestre piove grigio da grigio. Non c’è nulla di poetico nei pomeriggi di maggio che sembrano ottobre o novembre, e dentro una camera un ragazzo conta le sue colpe per cercare di capire, di spiegarsi, per provarci, per piangere. Non ci sarà un secondo tempo, leone, non qui, non su questa terra. Non in questa terra. Pochi giorni, pochi mesi. Pochi. Così pochi. Così pochi. Così pochi. Come può essere, come può accadere. Eppure succede, e mentre fuori piove sei lambito dai tentacoli della medusa. Quando sei morto pioveva e non una goccia parlava di poesia. Di ragione. Niente parlava di nulla. È questa la verità. Che niente, quando sei morto, diceva un cazzo di nulla.