giovedì 20 gennaio 2011

Dopo, che succede?


Ieri non ci capivo nulla. Oggi ho fatto un passo avanti, ed ho capito qualcosa sul motivo per cui non ci capisco nulla.

Come tutti noi, e forse un po' più di tutti noi, sono cresciuto in una società la cui agenda politica, sociale, sociologica etc. è fatta dalla televisione. "Dalla", ovviamente, significa "attraverso la". Le strategie di comunicazione politica negli ultimi anni, con Maschera di Cera al governo ma anche all'opposizione, si sono plasmate su logiche di marketing ecc. ecc.

Quello che manca in questi giorni di baraonda totale, e che avverto, è la mancanza di comunicazione. Solo dopo due giorni la BB, Banda Berlusca, ha cominciato ad infestare gli schermi televisivi con gli ossessivi mantra "Procura eversiva", "Accanimento giudiziario", "Millemilioni di processi", fino a fiori del male tipo: "Le intercettazioni devono rispettare la privacy", con una chiosa in stile graziealcazzo.

Ma sono le logiche del marketing a governare e soprattutto a governarci. E le logiche del marketing si fondano sì sui messaggi riconoscibili, identificabili ecc. Ma alla base c'è un ricambio. Cambiano i testimonial, cambiano i ritmi, i messaggi restano uguali, o almeno simili. Le pubblicità della Barilla, ad esempio, cambiano e cambiano, ma rimangono sempre uguali a se stesse. E così, per fare un altro esempio, il Calgon, che prima era Calfort, ma che nessuno ci ha fatto caso perché ciò che resta in testa è il motivetto.

Insomma, dallo scandalo Troiagate al momento dell'invasione di Maschere sono passati un paio di giorni ad ordine sparso. Ed è per quello che sono stato disorientato. Mi mancava la Santanché che difendeva l'onore di Berlusconi dopo averlo infamato a morte esattamente per le accuse che gli vengono attualmente mosse non più tardi di un paio di anni fa. Si vede che ha cambiato idea, la Santaicchè, insieme alla bocca e agli zigomi. Non ci vuole molto, ed in entrambi i casi basta pagare.

Mi mancava Cicchitto, pidduista, parlare di eversione, mi mancava Capezzone, mi mancava Lupi, mi mancavano tutti. Ora, per fortuna, sono tornati e rendono le mie serate più tranquille, serene, pacate. La barra è tornata in mano al timoniere, che finora, si vede, nel pugno serrava qualcos'altro, qualcosa di avvizzito forse.

Tanto per dire: si parla, si parla, ma chi davvero si è soffermato a pensare anche a solo una delle scene che sembrerebbero uscire dalle indagini? Chi si è soffermato a pensare a un vecchio con il corpo da vecchio, senza trucco senza inganno, circondato da minorenni, ventenni, trentenni, tutte caratterizzate solo da bocche siliconate e tette rifatte, da volgari vestiti e travestimenti da infermiera hot. Chi ha il coraggio di pensare a quello che succede lì, con il vecchio che guarda due lesbiche leccarsi, e l'ottantenne giornalista Fede-le come un cane che lo vuol fregare alle spalle, e dove sta la dignità di tutte queste arriviste cortigiane pronte a tutto, e dove sta la dignità di medici che vanno in tv a garantire l'immortalità di un vecchio impotente, dove sta la dignità di chi sa e non parla. Tutto è in vendita, certo. Tutto ha un prezzo, ok.

Ma la domanda è: cosa c'è alla fine di questo avvitamento mortale?
E' come se fumassimo una canna da venti anni, ed ora stessimo provando a succhiare il filtro.

Dopo.

Dopo, che succede?


mercoledì 19 gennaio 2011

Punto, e a capo


Io non ci capisco più nulla. Sono un paio di giorni che cerco qualcosa di intelligente non solo da scrivere o da dire, ma perfino da pensare. Questa storia che non è una storia, questo racconto che sa tanto di già sentito, già letto, già raccontato. Questa triste blasfemia dell'innocenza perduta, tutti questi cavalieri senza macchia che si ergono a difesa ed all'attacco. Io, invece, non ci capisco nulla. Il mio odio verso il primo ministro prevalica queste faccende, che però, mi rendo conto, possono essere veramente le uniche palle di cannone per buttarlo giù dalla torre. Dove andremo a finire, dove finiremo, dove mai stiamo andando e dove andremo a finire. Leggo le maggiori firme scatenarsi in ovvietà impacchettate e imbellettate. Come se ci fosse da disquisire. Come se ci fosse da analizzare. Un puttaniere è un puttaniere, e le puttane sono puttane. Cambia loro nome, ma i personaggi in gioco questi sono. Ciò che mi sconvolge è che un primo ministro possa cadere dal suo trono e il suo regno sbriciolarsi per una serie angosciante di fatti, eventi, bocche siliconate, tette rifatte. Non per mafia, non per latrocini vari, non per tutto ciò. No. Di questo, in questo paese, non è dovuto parlare. Perché di questo, in questo paese, non importa nulla a nessuno. Ciò che conta è ciò che non si potrebbe ma. Ciò che distruggerà Silvio Berlusconi sarà ciò che conta meno. Le piccolezze. I dettagli. E quando la barca starà affondando, chi rimarrà a lucidare le maniglie del Titanic? Solo allora potremo parlare di sconfitta. Quando le maschere avranno cambiato casacca. Ed avranno lasciato posto al prossimo. E saremo punto, e a capo.


mercoledì 12 gennaio 2011

E' già sera - L'articolo di Mario Spezi sul Corriere


Grazie a Mario Spezi per il magnifico articolo sul mio libro E' già sera, pubblicato lo scorso 4 gennaio sul Corriere della Sera - Corriere fiorentino. Lo potete trovare e leggere qui.