Stavo ascoltando ieri Travaglio su Current, in una delle sue disquisizioni sullo stato dell'arte del nostro decadente paese. Già qualche anno fa avevo pensato a qualcosa del genere, non mi ricordo per quale spunto. Comunque, è impressionante confrontare il "Piano di rinascita democratica" di Licio Gelli e le cosiddette riforme, legali o meno, mascherate o meno, realizzate o meno, che ci troviamo di fronte. Frammentazione dei sindacati; svuotamento della Rai come servizio pubblico; separazione delle carriere di magistrati e pm. Sembra uno scherzo, e invece, come si dice, è la dura realtà. Passo dopo passo, ogni singolo punto programmatico di Licio Gelli e delle ombre intorno a lui sta diventando regola. L'unica differenza, ed è il paradosso che più sconforta, è che Gelli manovrava "in segreto", se così si può dire. Oggi, invece, no. Oggi non c'è bisogno di oscurità. Anzi: la luce su questi fatti è così immensa da accecare. Sarà per questo che tutto ci scivola tra le dita e nessuno di noi pare avere la forza, o la volontà, di stringere i pugni?
Sarà per questa sensazione di impotenza che stanotte ho fatto un sogno. Uno di quei sogni che ti lasciano la testa piena di dubbi quando ti svegli. Ero stato invitato ad una trasmissione televisiva in quanto scrittore, per parlare del mio libro ma non solo. Insomma, rivestivo già un ruolo da opinion leader, da intellettuale. Uno di quelli il cui parere conta. Un po' come Alba Parietti o Rossano Rubicondi, per dire. Insomma, si stava parlando della situazione attuale, politica, sociale, economica dell'Italia. Quando è stato il mio turno, ho detto che, semplicemente, dovremmo prendere i fucili e ammazzare diversa gente. Scandalo in studio, perché queste cose non si possono dire. A meno che tu non sia un leghista, no; loro queste cose le possono dire, tanto lo fanno così, per ridere. Hai voglia a pensare: ridere un cazzo. Le cose stanno così. Comunquesia, sono stato espulso dallo studio e non appena ho aperto gli occhi, ho pensato: porca puttana, mi sono giocato la carriera come quelli che hanno bestemmiato in televisione. Poi, dopo quell'agrodolce tipico dondolio tra sogno e realtà, mi sono ricordato che era solo un sogno.
Perché le fucilate non sono la risposta.
No, no, non sono la risposta, ci mancherebbe.
No, davvero dico.
Davvero davvero.
Giuro.