giovedì 10 marzo 2011

Silent Revolution


Se c'è una cosa che non mi torna, anche se sono molte le questioni che non mi tornano, è perché si abusi così impunemente delle parole. Se c'è una riforma da fare, questa è senz'altro la riforma dell'uso delle parole. Ci sono persone a cui dovrebbe essere montato un limitatore, visto che il loro senso del pudore è proporzionale alla loro faccia da culo. Forse, e dico forse, sarebbe sufficiente che gli ascoltatori smettessero di ascoltare. Questa sì che sarebbe una bella rivoluzione. Una rivoluzione silenziosa degna e verace. Anche perché, ci sono parole che vengono accreditate pur non potendo vantare alcun diritto di accredito barra credito. Giornali che vengono letti da, che so, mille persone?, che vengono presi a modello e a bussola per l'agenda non politica, ma della nostra vita. Della mia vita. E questo, credetemi, almeno a me, fa girare veramente tanto le palle.