venerdì 26 settembre 2008

Resistere, resistere, resistere!

ANPI Toscana
Tre giorni per festeggiare la Costituzione. E difenderla
Il 10, 11 e 12 ottobre prossimi alla SASCHALL con incontri, musica, dibattiti

Di Gianni Somigli

Vi avvertiamo: quello che vi apprestate a leggere è un articolo di parte. Di più: l’articolo che state per leggere non solo sta da una parte ma, accusateci pure di presunzione, sta dalla parte giusta.
Perché la parte giusta non è quella dettata dalla propria coscienza. Non sempre. Ci sono alcune volte in cui il giusto e lo sbagliato sono oggettivi. Netti. A volte, tra il bene e il male non ci sono sfumature, ed una scelta sbagliata resta quello che era e continua ad essere: una scelta sbagliata. Nonostante il giustificazionismo che parla di scelte fatte in buona fede, nonostante il revisionismo che vuol rileggere la storia e darle nuovi significati.

Probabilmente, i soldati delle SS erano in buona fede quando bruciavano ebrei, zingari, menomati, dissidenti.
Probabilmente, erano in buonafede i razzisti sudafricani per cui l’apartheid era cosa naturale, buona e giusta.
Probabilmente erano, e ancora sono, in buonafede i soldati comunisti cinesi in Tibet.
E probabilmente, erano in buonafede i fascisti che terrorizzarono, uccisero, violentarono prima, durante e dopo la guerra.
Buonafede che, come sarà facile intuire, non assolve certo da azioni che hanno segnato il corso della Storia.

Quella stessa buonafede che sicuramente albergava nel cuore e nelle azioni di Martin Luther King. Nelle battaglie di Nelson Mandela. Nella non violenza di Mahatma Gandhi, e di mille altri che lottarono e lottano per la parte giusta.
Negli USA, in India, in Sudafrica, nessuno si sognerebbe di mettere in discussione quale sia la parte giusta o la parte sbagliata: è la Storia che lo afferma. Nessuno si sognerebbe di dire che l’apartheid ha prodotto “anche cose buone”. O che, a parte qualche piccolo quiproquo, il razzismo in fondo non era (o è?) così male. In Germania nessuno avrebbe il coraggio di dire che “comunque” il nazismo creò posti di lavoro e rilanciò l’economia.
In Italia, invece, non solo ci si sogna di dirlo: si dice. E non sono solo discorsi di qualche nostalgico, di qualche xenofobo, no: sono libri che vendono milioni di copie, sono discorsi tenuti in occasioni ufficiali da Ministri della Repubblica, che hanno giurato sulla Costituzione.
Sono passati quindici anni da quando Indro Montanelli, dalle colonne della sua “Voce”, consigliava ai politici di rileggersela, quella Costituzione su cui si basa l’ordinamento democratico del nostro paese. Fu accusato di essere comunista, secondo la classica logica italiana del “o di qua o di là”. Caro Indro, le cose sono cambiate in quindici anni. In peggio. Fortunatamente, te ne sei andato prima di assistere a questo sfacelo. Avevi ragione tu: ma quali “magnifiche sorti, e progressive”.
Perché non si tratta di un “giochino” del tipo: qual è stato il male assoluto e quale il male relativo, cosa è stato il bene e cosa il quasi bene. Si sentono discussioni ridicole da varie parti, fatte da persone o personaggi di fronte ai quali viene da chiedersi in che mani siamo finiti, ma che soprattutto non sembrano rendersi che le proprie parole provocano delle reazioni. Soprattutto su chi è più malleabile, influenzabile, manipolabile; su chi forma le proprie opinioni solo ed esclusivamente su tali parole.
Così, mentre a Castello i “camerati” di “Quota 33” aprono un centro culturale (o presunto tale) dove discorrere della propria differenza dalla massa, esultando per “aver aperto una breccia nella rossa Firenze”, in nome ma soprattutto in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, l’ANPI TOSCANA organizza la prima festa regionale dell’ANPI: il 10, 11 e 12 ottobre prossimi alla SASCHALL di Firenze, una tre giorni di dibattiti, incontri, musica, per festeggiare i sessanta anni della nostra Carta fondamentale. E, viene da dire “purtroppo”, ancora per difenderne i valori, i principi, il messaggio.
«Per la Toscana, questa festa è una grande novità e un impegno per il futuro – dice Silvano Sarti, presidente dell’ANPI Provinciale Firenze -. La sfida del rinnovamento è aprirsi ai giovani, incontrarli, lavorare insieme. È questa la condizione principale affinché l’ANPI un’associazione di massa, in grado di rispondere agli attacchi di chi prova a mettere sullo stesso piano partigiani e repubblichini. Abbiamo il compito di riaffermare i valori della lotta partigiana, con sempre più forza e convinzione, per farli diventare, ogni giorno di più, di tutti gli antifascisti».«La Resistenza è stata una lotta giusta e dalla parte giusta. I valori che abbiamo difeso e costruito – prosegue Sarti - erano i valori fondamentali della nostra civiltà sovvertiti dalla dittatura fascista. Il nostro ruolo, oggi, è quello di consegnare alle nuove generazioni i valori della Resistenza, affinché non si annullino, ma si rafforzino. E visto l’impegno dei giovani dimostrato per la realizzazione di questa festa regionale dell’ANPI, si può ben sperare».