Non sono un particolare sostenitore della “Linea Verde” ad ogni costo. Penso che prima di tutto venga il merito, e che prescinda dall’età, dal sesso, dalla religione e così via. Più antirazzista di così non si può.
Certo, almeno a livello estetico forse le cose andrebbero meglio, se ogni tanto ai posti di comando ci fosse qualcuno che ha meno di cinquanta o sessanta anni. Ma bisogna essere realisti: è ovvio che chi ha il posto di comando non lo lascia, è naturale che non c’è sbocco per chi entra, è scontato che per arrivare in cima alla torre, se inizi a scalare che sei un giovane di belle speranze, quando arrivi ai piani alti il verde della tua linea si è già spostato verso il grigio.
Non credo neanche che sia qualcosa di particolarmente eccezionale. Il mondo, bene o male e tranne rare eccezioni, è sempre andato così.
E’ vero però che in Italia siamo tutti strambi anche in questo campo.
Leggo stamani sul Corriere che il grande Tom Hanks è stato lasciato fuori da una festa, un party in tipico stile newyorkese di quelli che si vedono in tv. La padrona di casa? Una certa Maureen Dowd.
E chi è questa Maureen Dowd? Nientemeno che «l’enfant-terrible del New York Times, la columnist più graffiante e sfrontata di Washington». Almeno secondo il Corriere e, a quanto pare, anche secondo il jet-set americano.
Wow, penso, finalmente una “enfant” riesce a sfondare. Non succede solo nei film, allora! E già mi devasto di pensieri funesti: ma come si può sfondare da giovani? Com’è possibile che succeda al NYT e che in Italia invece ti rompi la schiena per anni e poi... Anche io voglio essere un enfant-terrible. Voglio esserlo, sento che posso diventarlo, sento che ne ho le capacità, e poi sono giovane, ho grinta, spirito...
Vado sul sito del NYT e cerco questa mia nuova guida spirituale e modello professionale. Maureen Dowd, Maureen Dowd... Mi immagino una bella ragazza, tipicamente americana magari, giovane, in qualche posa del tipo: io la so lunga, io la so lunga e infatti ho sfondato, voi schiattate.
Arrivo alla pagina della columnist. E non capisco se il sospiro che mi parte in automatico è di sollievo o di rassegnazione. La “enfant” è nata il 14 gennaio. Ma non del 1980, non del 1989, e nemmeno del 1970. E’ nata il 14 gennaio 1952. Da qualche giorno, quindi, se la matematica non è un’opinione, la nostra enfanta terribile ha compiuto 57 anni. Enfanta. Solo in Italia si può usare questa definizione per chi si avvia verso i 60. E lo so che enfanta non vuol dire bambina né infante, ma il concetto sì, è quello.
E allora penso che Obama è del 1961. Veltroni è del 1955. Berlusconi del 1936. Andreotti del 1919. Tra i giornalisti, bah. Verderami ha 44 anni. Geremicca, invece, 47. Giuseppe D’Avanzo è del 1955, come Veltroni; Gian Antonio Stella ha due anni in meno, è del 1953.
Mi sento un po’ meglio se penso che Jacopo Iacoboni di anni ne ha “solo” 37. Marco Travaglio invece è nato del 1964.
Insomma, dura la vita per chi ha meno di trenta anni. Non ci resta che aspettare, prima o poi il grigio arriverà anche per noi e, con lui, le chiavi d’accesso ai piani che contano. Nel frattempo, che facciamo? Sono indeciso: bamboccione o precario, bamboccione o precario...
Certo, almeno a livello estetico forse le cose andrebbero meglio, se ogni tanto ai posti di comando ci fosse qualcuno che ha meno di cinquanta o sessanta anni. Ma bisogna essere realisti: è ovvio che chi ha il posto di comando non lo lascia, è naturale che non c’è sbocco per chi entra, è scontato che per arrivare in cima alla torre, se inizi a scalare che sei un giovane di belle speranze, quando arrivi ai piani alti il verde della tua linea si è già spostato verso il grigio.
Non credo neanche che sia qualcosa di particolarmente eccezionale. Il mondo, bene o male e tranne rare eccezioni, è sempre andato così.
E’ vero però che in Italia siamo tutti strambi anche in questo campo.
Leggo stamani sul Corriere che il grande Tom Hanks è stato lasciato fuori da una festa, un party in tipico stile newyorkese di quelli che si vedono in tv. La padrona di casa? Una certa Maureen Dowd.
E chi è questa Maureen Dowd? Nientemeno che «l’enfant-terrible del New York Times, la columnist più graffiante e sfrontata di Washington». Almeno secondo il Corriere e, a quanto pare, anche secondo il jet-set americano.
Wow, penso, finalmente una “enfant” riesce a sfondare. Non succede solo nei film, allora! E già mi devasto di pensieri funesti: ma come si può sfondare da giovani? Com’è possibile che succeda al NYT e che in Italia invece ti rompi la schiena per anni e poi... Anche io voglio essere un enfant-terrible. Voglio esserlo, sento che posso diventarlo, sento che ne ho le capacità, e poi sono giovane, ho grinta, spirito...
Vado sul sito del NYT e cerco questa mia nuova guida spirituale e modello professionale. Maureen Dowd, Maureen Dowd... Mi immagino una bella ragazza, tipicamente americana magari, giovane, in qualche posa del tipo: io la so lunga, io la so lunga e infatti ho sfondato, voi schiattate.
Arrivo alla pagina della columnist. E non capisco se il sospiro che mi parte in automatico è di sollievo o di rassegnazione. La “enfant” è nata il 14 gennaio. Ma non del 1980, non del 1989, e nemmeno del 1970. E’ nata il 14 gennaio 1952. Da qualche giorno, quindi, se la matematica non è un’opinione, la nostra enfanta terribile ha compiuto 57 anni. Enfanta. Solo in Italia si può usare questa definizione per chi si avvia verso i 60. E lo so che enfanta non vuol dire bambina né infante, ma il concetto sì, è quello.
E allora penso che Obama è del 1961. Veltroni è del 1955. Berlusconi del 1936. Andreotti del 1919. Tra i giornalisti, bah. Verderami ha 44 anni. Geremicca, invece, 47. Giuseppe D’Avanzo è del 1955, come Veltroni; Gian Antonio Stella ha due anni in meno, è del 1953.
Mi sento un po’ meglio se penso che Jacopo Iacoboni di anni ne ha “solo” 37. Marco Travaglio invece è nato del 1964.
Insomma, dura la vita per chi ha meno di trenta anni. Non ci resta che aspettare, prima o poi il grigio arriverà anche per noi e, con lui, le chiavi d’accesso ai piani che contano. Nel frattempo, che facciamo? Sono indeciso: bamboccione o precario, bamboccione o precario...