Fa quasi tenerezza la mobilitazione generale seguita al drammatico incidente di via Pistoiese in cui si sono spezzate tre giovani vite. Attori, giornali, politici, proprietari di locali più o meno noti, radio, stilisti: una massiccia campagna di sensibilizzazione rivolta ai più giovani, simboleggiata da un nastro nero che ha fatto la sua comparsa su molte auto e al polso di tanti fiorentini.
Un coro di voci importanti, che cerca di trasmettere un messaggio importante. Ragazzi, non esagerate: se dovete guidare, non bevete. E giù, una gragnola di discorsi all’insegna della morale: «Zero alcol nei pub», dicono i gestori di pub. Ancor meglio: «Zero alcol ai minorenni», che la macchina non la guidano. «Alcol test»; «Pene più severe»... E via e via.
Paga la repressione, magari unita al proibizionismo? Se, nonostante le leggi nazionali e le norme locali, siamo a questo punto, forse no. Certo, il controllo del territorio è fondamentale, anche solo come deterrente. Ma non basta. È evidente che non basta, ed è altrettanto evidente che non si possono piazzare posti di blocco in ogni strada.
È un fatto di cultura, si sente dire: vero anche questo, ma non basta. Perché è ovvio che è così. Bene, è un fatto di cultura: e quindi? Come si fa per cambiarla, questa cultura? Ci si limita ad abbaiare o facciamo concretamente qualcosa che si più incisivo dei soliti appelli e manifesti che non guarda nessuno?
È un fatto di cultura, si sente dire: vero anche questo, ma non basta. Perché è ovvio che è così. Bene, è un fatto di cultura: e quindi? Come si fa per cambiarla, questa cultura? Ci si limita ad abbaiare o facciamo concretamente qualcosa che si più incisivo dei soliti appelli e manifesti che non guarda nessuno?
Giusto sensibilizzare. Giusto promuovere progetti e campagne. Giusto tutto quanto, e politicamente corretto oltre ogni limite. Ma ancora più giusto è fare, insieme al dire.Navette e servizi adeguati di notte; bonus in termini di quattrini; strade finalmente sicure, senza buche e rotonde killer. Quello che serve sono proposte concrete. Perché è con la concretezza che si salvano vite. Con le parole, spesso, si fa solo bella figura.