mercoledì 25 febbraio 2009

Marco Travaglio al Puccini - "Promemoria": credeteci, è successo davvero


Quindici anni tra stragi e tangenti, ladri e delinquenti, ville e ruberie, magistrati e massonerie


Di Gianni Somigli

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E si sa. A metà febbraio, al Puccini, si sono svolti invece i Pomeriggi e le Serate del Promemoria. Ironico il Destino, che avvicina queste due date. Quantomeno per gli effetti. Molto simili. Nel quasi-bene e, ovviamente, nel male.
Perché il Vaticano è sempre il Vaticano, e Marco Travaglio non è mica il papa. Per celebrare degnamente il Giorno della Memoria, infatti, è stata revocata la scomunica ai lefevbriani. E fino a qui, diremmo anche chi se ne frega. È che qualcuno di loro, tali lefevbriani, non è che proprio ami e apprezzi gli ebrei. Anzi: le camere a gas non sono esistite. Milioni di morti? Ma quando mai. E non era esattamente il Giorno della Memoria, ma un po' dopo: ed ecco che "in memoria di" nascono come funghi velenosi leggi atte ad estirpare rumeni e clandestini, e "saremo cattivi", con le ruspe a buttar giù ghetti moderni, fuoco, fiamme, un po' come a Gaza, sempre in memoria di. Come dire: se la Memoria è questa, fermi tutti.

Tra il Giorno della Memoria e i Pomeriggi del Promemoria ci sono somiglianze impressionanti. E qualche dissonanza negli effetti.
Il Promemoria, lo spettacolo teatrale (e libro) di Marco Travaglio, è una dettagliata e pungente ricostruzione. Niente di più, niente di meno. Fatti che messi scarnamente in fila raccontano gli ultimi quindici anni della nostra cara Italietta. Fatti, non supposizioni; sentenze e deposizioni, non sogni e supposizioni. Reali, così reali da sembrare irreali.
Personaggi ultranoti ed eccellenti sconosciuti, che si intrecciano e brulicano come mosconi, come personaggi cupi di un quadro di Bosch. Tra Tangentopoli e le stragi, tra la P2 e la mafia, tra sedicenti uomini di stato, magistrati buoni e cattivi, Craxi, Berlusconi, D'Alema.

Il solito Travaglio, dirà qualcuno. I soliti sospetti, non il film, bensì Berlusconi, Dell'Utri, Cuffaro e Mastella. Sospetti? No: fatti, sentenze e prescrizioni. Incredibile ma vero, c'è stato un tempo in cui i processi si facevano. Credeteci, non è una leggenda! Ci sono stati tempi scevri da lodi, legittimi sospetti e immunità. Pure da alfani vari.
I fatti quelli sono. Marco Travaglio mica è il Messia: è uno, un giornalista, che appiccica Promemoria sui frigoriferi che sono le nostre coscienze, forse le nostre memorie, ammesso che coscienze e memorie siano là dentro e siano congelate, ammesso che quegli scomparti non siano vuoti.

Lo abbiamo detto. Tra il Giorno della Memoria e i Pomeriggi del Promemoria ci sono somiglianze impressionanti, ma qualche dissonanza, almeno negli effetti.
Perché se un vescovo "negazionista" dice cazzate, viene indicato per quello che è: un imbecille. Un segnale preoccupante, da non sottovalutare; ma, almeno, suscita ancora sdegno. Ancora per un po'.
Nel caso del Promemoria travagliesco non ci sono lefevbriani.
Perché? Semplice, non ce n'è nessun bisogno!
Nascono strade intitolate a Craxi, che ride da morto nel pantheon del PD (e pure in quello del PDL, incredibile!). Gelli va in tv. Di mafia non parla nessuno. Le leggi sono fatte non da deputati ma dagli imputati. Controllore e controllato coincidono.
Insomma, dormite tranquilli: non è mai successo nulla. Era solo un brutto sogno, non è successo nulla! E se non è successo nulla, non c'è nulla da negare.

E poi, uno come lui, uno come Travaglio, mica è il messia, mica è il papa. È bensì un losco figuro, noto giustizialista, quasi comunista.
È Travaglio il negazionista! Il lefevbriano, qua, è lui; è lui che si oppone alla Storia, che la rivede e che la nega, raccontando fantasiosamente di stragi e di tangenti, di ladri e delinquenti, ville e ruberie, magistrati e massonerie!Il solito sospetto, crudeltà del destino. Altro che Promemoria: puntateci una pistola alla testa. E finalmente potremo morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, soluzione da accogliersi a mani giunte. Morire, dormire, sognare forse. Esattamente come ieri, esattamente come oggi.