venerdì 8 maggio 2009

I Look For Truth


Lo scorso lunedì ho partecipato in veste di coordinatore ad un importante convegno in memoria di Maria Luigia Guaita, protagonista della Resistenza prima e del panorama culturale fiorentino poi. Lo scopo, a due anni dalla scomparsa, era recuperare la figura di Maria Luigia come staffetta di Giustizia e Libertà nonché vera protagonista della guerra contro il Nazifascismo insieme ai Rosselli, Calamandrei, Ragghianti e così via.

Ho concluso l'incontro con un un piccolo discorso. Parole scaturite da riflessioni dei giorni passati a leggere e studiare, dall'ascolto delle importanti personalità pervenute, su tutte Sandra Bonsanti di Libertà e Giustizia; da idee e convinzioni mie, dal mondo che ho intorno.
Poche parole con cui, però, ho cercato di esprimere quello che penso.

Purtroppo è così. Purtroppo il mondo non è un granché. L'Italia poi, non ne parliamo; i giovani italiani? Una catastrofe. Ma, credo, finché ci sarà anche solo uno che studia, che insegue la cultura, che vuol sapere, per scegliere, farsi idee, ricredersi, vivere pensando di essere parte di qualcosa di più grande, di più importante... Finché ci sarà solo uno che persegue e che non si adegua, allora, ancora c'è speranza.

So che sembrano parole dette per fare effetto. Magari, non sono nemmen così rivoluzionarie. Magari, sono state già dette un milione di volte prima, e da persone più autorevoli di me. La cosa originale, forse, per quello che mi riguarda, è questa qua. E cioè, che in queste cose ci credo.

Ci credo. Voglio stupirmi ancora quando le cose non mi tornano. Voglio provare stupore quando la gente scende in politica e fa giornalismo, senza vederci niente di male, nemmeno una piccola incompatibilità; mi voglio stupire quando poi le stesse persone si infervorano attaccando il vituperato conflitto d'interessi; mi voglio stupire quando l'inadeguatezza dei politici la fa da padrona.

Voglio continuare a sorprendermi, perché sorprendermi significa sforzarsi, disperatamente sforzarsi di non farsi inghiottire, non ancora, dagli ingranaggi per cui due più due fa sempre tre e mezzo. Ci sono stati Principi russi, profeti palestinesi, Candidi francesi che non hanno accettato ciò che avevano intorno; loro, per loro fortuna, non accettavano perché non capivano.

Oggi, purtroppo, e per ciò che mi riguarda, si capisce tutto, perché c'è poco da capire. Ma a chi mi dice che "le cose funzionano così", io rispondo no. Per me no. Lo so, lo capisco, ma non lo accetto. Non cerco scorciatoie, non voglio una tessera per sentirmi qualcuno; credo nelle mie capacità, nei miei metodi, nei miei progetti, nei miei sogni. Queste cose mi fanno sentire qualcuno, soprattutto quanto mi guardo intorno e vedo quanto poco contano gli altri, pur pensando di essere sempre un gradino più su, perché più furbi, perché più svelti, perché passi dalla corsia d'emergenza per superare le file, perché ti candidi per comodità, perché conosci quello o quell'altro.

Vedo come vanno le cose, non sono un Idiota. Purtroppo, non lo sono. E, probabilmente, mi sono scelto i modelli sbagliati da seguire. Ma da seguire davvero, non da "usare", non da "citare", non da scimmiottare. Probabilmente, non arriverò da nessuna parte, visto come "vanno le cose".
Ma almeno, se qualcuno di voi verrà a farmi visita, per cercare la a mia tomba, piccola piccola, scarna scarna, sarà costretto a uscire dall'ingranaggio e respirare due secondi alla luce del sole.