martedì 27 ottobre 2009

Essere o non essere


Berlusconi è malato.

Marrazzo è in convento.

Rutelli è in viaggio.

Bersani è segretario.

Bindi è presidente.

Formigli è in galera.

Mills è ancora colpevole.


mercoledì 21 ottobre 2009

Corsi e ricorsi mastellati

Poi dice che Berlusconi è scemo. Ma quando mai.
Invece di rimetterlo in parlamento, il Mastella, l'ha inpacchettato e spedito a Bruxelles, dove si è subito esibito in eleganti commenti sulla miseria della paghetta mensile da più di 20.000 euro.
Mastella per Berlusconi ha avuto un po' lo stesso impatto di uno di quei soprammobili che, una volta comprati, non si sanno dove mettere. Alla fine l'ha spedito lassù. Ed è un peccato, perché, secondo i corsi e ricorsi storici, forse dopo i recenti sviluppi quotidiani il vecchio volpone mastellato avrebbe fatto cascare il governo.
Interessante vedere come questi magistrati di sinistra ce l'abbiano con Mastella. Ce l'hanno sempre con lui, sempre: sia quando è di sinistra, sia quando è di destra. Povero.

martedì 20 ottobre 2009

BATTUTE DI SPIRITO CHE FANNO MORIRE DAL RIDERE MA PROPRIO SGANASCIARSI PIEGATI IN DUE ROTOLONI PER TERRA


Giulio Tremonti: "È meglio il posto fisso del precariato".


Moretti: "Volete treni migliori? Pagate".


Somigli: "Voglio gli spaghetti con il burro"

venerdì 16 ottobre 2009

GLI IMPERDONABILI AMANTI DEL CAMPEGGIO ESTREMO

Di Gianni Somigli

Campeggiare, si sa, è una passione. La libertà, l’aria aperta, il cielo stellato. La vita sana. Proprio come una volta. La passione, però, talvolta porta un po’ oltre.
Succede in questi giorni in una ex città abruzzese, L’Aquila, dove circa seimila persone sfidano ostinatamente il maltempo, il freddo e la neve pur di non lasciare le proprie tende.
Forse attendono solo un segnale dal capocomitiva Silvio Berlusconi. In molti, infatti, scoprirono l’amore per canadesi & C. lo scorso 8 aprile, quando il premier ebbe a dire ad una tv tedesca che basta «vedere le cose con un po’ di ottimismo e fare come se si trattasse di un fine settimana in campeggio».
Oltre agli aquilani, felici per il divertente diversivo vacanziero, tale prezioso proclama fu stranamente evidenziato solo all’estero (Guardian, El Pais, Times).
Furono in molti ad aderire all’iniziativa tra gli abruzzesi. Alcuni tra loro così convintamente che ora non c’è verso di schiodarli.
Sarà mica che il capocomitiva, tutto intento a far miracoli, si è dimenticato di avvertirli che la stagione ludico-turistica si è conclusa? Che, ci dispiace tanto, ma dopo il “fine settimana in campeggio” arriva inesorabilmente il lunedì?
Campeggiatori. Valli un po’ a capire.

venerdì 9 ottobre 2009

C'È DA SENTIRSI MALE


Poeraccio. Non solo non gli hanno dato il Lodo. Ma neppure un miserrimo Nobeluccio per la Pace. L'hanno dato a quello abbronzato nonostante la pacificità del comportamento degli ultimi giorni. Ormai, i comunisti sono ovunque. Ovunque.

giovedì 8 ottobre 2009

CHICCHIRICHÍÍÍÍÍ

Stamani, quando mi sono svegliato, il primo pensiero è stato: e ora, sono guai. Avevo paura di uscire di casa, stamani. Di aprire la finestra. Di affacciarmi su un mondo che, dopo la bocciatura della Legge Alfano che avrebbe dovuto istituire per legge la non uguaglianza davanti alla legge, non sarebbe stato più come prima.

Ero terrorizzato. Così intimorito da rintanarmi sotto le coperte. Da coprirmi la faccia per non vedere. Da coprirmi le orecchie per non sentire. E così, in questa posizione fetale, mi sono prefigurato catastrofi su catastrofi, miserie e macerie. Siccome non ho potuto seguire la telecronaca, ieri, ho pensato che, sicuramente, chi è stato danneggiato da questa sentenza starà dando fuori di testa.

Più che me ne stavo rincantucciato, più che i pensieri divenivano traumatici. Chissà cosa sta succedendo là fuori. Chissà come sta dando di testa chi ha perso l’immunità giustamente stabilita. Chissà com’è furioso Napolitano, la più alta carica dello Stato e quindi primo beneficiario della Legge Alfano. Chissà com’è furioso Schifani, seconda carica (o caricatura, non si è ben capito) dello Stato. Fini, poi, avrà passato la notte con giornalisti e portavoce per istruirli su dove sistemate le virgole tra un’offesa e l’altra.

C’è solo un sentimento che riesce a tranquillizzarmi. Almeno un po’. E che mi fa scivolare fuori dal mio letto-fortino. È la fiducia che nutro nel presidente del consiglio. Che poi manco sarebbe un’alta carica. Ma che, nonostante questo, con la consueta generosità si batte per i diritti dei deboli e dei poveri che lui orgogliosamente rappresenta. Saprà certo gestire con la delicata serenità del Giusto, con l’equilibrio armonioso che lo ha sempre contraddistinto e per cui anche secondo me meriterebbe il Nobel per chi Tace, questa fase in cui è stato trascinato suo malgrado.

Mi vesto. Faccio colazione. Ancora tremante, ma solo un po’. Il terrore mi attanaglia ancora, giù, alle caviglie. I passi si fanno pesanti. Mi faccio il segno della croce più per scaramanzia che per religiosità, dato che anche il 72% dei tredici dell’ultima cena era di sinistra. Quindi, golpista. Pertanto, non degni della mia fede.

Apro la porta. Pare tutto tranquillo, fuori. Pare. Con enorme circospezione esco. Con abnorme sospettosità salgo in auto. Abitando in una via piuttosto isolata, è logico che ancora qua non siano arrivati, mi dico. Ma mentre innesto la prima, sono certo che mi basterà fare qualche centinaio di metri per imbattermi nell’inferno. Nel ferro e nel fuoco. Nella fine di tutto.

Adesso sono in redazione. Sono arrivato sano e salvo. Sulla mia strada, non ho trovato nessun vecchio gallo con elmetto e ascia bipenne, assetato di sangue che, in quanto rosso, è di sinistra. Probabilmente, il leader peximo dei leghisti non aveva salvato il numero di Asterix sul telefonino. O più probabilmente non ha trovato le chiavi del pollaio.

Nessun vecchio gallo sulla strada. Manco uno dei tanti che dicono castronerie solo perché sono della Loggia. Ho visto solo una pecorella che brancolava solitaria con la coda tra le gambe. Siccome porta fortuna, l’ho salutata con la manina.

mercoledì 7 ottobre 2009

Dalla Valle Spluga


Vengon giù loro. Ma sono i soliti che fanno buon brodo?

Miserie quotidiane

Figurarsi se per i fatti di Genova qualcuno paga.
Anzi, scusate per il disturbo. Fosse stato per noi, nemmeno avremmo fatto il processo.
Ma cosa dico il processo. Manco le indagini avremmo cominciato.

È giusto stupirsi per il Lodo Alfano.
Che poi si dovrebbe chiarire che "Lodo" non è un termine adatto. "Lodo" si usa quando interviene un accordo. Stile "Lodo Mondadori". Lì l'accordo s'era fatto. Più o meno.
In questo caso si deve parlare più giustamente di "Legge Alfano".
Perché si tratta di legge e, per prassi, le leggi prendono il nome di chi le propone.

Insomma: è giusto stupirsi per la Legge Alfano.
Che bisogno c'è di sospendere i processi quando, alla fine, non si sente mai la parola "condanna" quando si tratta di gente in doppiopetto o in divisa?
Quindi, basta con 'sto circo.
Lasciate liberi i giudici costituzionali.
Lasciateli liberi. C'è chi deve tornare nel loculo. C'è chi ha gente a cena (su questa ci dovete pensare, ma è bellina se la capite).

Non c'è bisogno di nessuna sospensione.
La giustizia fa comunque il suo corso.
Anche se quasi sempre il suo corso è sbagliato.

martedì 6 ottobre 2009

Testate biologiche

Firenze la rossa, Firenze la laica, Firenze la mangiapreti. Ora più che mai. È stato istituito ieri, infatti, il Registro comunale per i Testamenti biologici. Perché dopo tutte le polemiche che suscitò la cittandanza onoraria a Beppino Englaro, questo è un passo importante. Uno di quelli che fanno la differenza. Che ti fanno dire: wow, allora il PD che governa la città, almeno quello, ha un punto di vista bello cazzuto sull'argomento! Allora è vero, sono di sinistra! Poi vai a vedere nel dettaglio e scopri che tre consiglieri piddini hanno votato contro.
Che Renzi Cuor di Leone se ne va e non vota. Forse perché in giunta non è a sua agio: sarebbe opportuno che queste decisioni fossero prese nelle sedi opportune. Cioè, in televisione. D'altra parte, l'hanno detto tutti: Renzi vince perché è un bravo comunicatore. E come l'altro comunicatore che vince, le scelte si dicono in tv, prima. Prima anche di farle.
E poi, il simpatico Betori, che si iniziava a dare per disperso, ha fatto risentire la sua graziosa, pietosa e delicata voce. La stessa che definì Englaro assassino, che definì i fiorentini assassini e altre amenità. Insomma, con la solita serenità ha ribadito che la scelta è scellerata e tutto il resto a proposito di morte e assassini, che non riporto in modo puntuale tanto sono sempre le solite, noiose, anacrostiche cosette.

PS: mi scuso con i colleghi se non chiamo il sindaco di Firenze "Matteo".

lunedì 5 ottobre 2009

ICCHÈ CI SARÁ DA MANIFESTARE?

Ma icché ci sarà da manifestare?A me mi pare che vu' siate di fori. Vu' dite che un c'è libertà di stampa? Vu' dite che un ci si pò esprime' liberamente? A me mi pare vu' siate tutti briahi. Ma se un ci fosse libertà, eh, signorini, dico a voi, ma se un ci fosse libertà Minzolini che avrebbe potuto dire quelle minchiate?
Via, via, siamo seri: certo che la c'è libertà! I' problema, semmai, l'è che ce n'è troppa, e troppa poca gente che la ne sa icché fassene. Buhaioli.

giovedì 1 ottobre 2009

Ossimori

Quando sento parlare Belpietro come stasera ad Annozero, vorrei davvero che fosse abolita la libertà d'espressione e di pensiero. Di stampa no, perché i due termini, stampa e belpietro, sono antitetici. Quasi ossimorici.