venerdì 16 ottobre 2009

GLI IMPERDONABILI AMANTI DEL CAMPEGGIO ESTREMO

Di Gianni Somigli

Campeggiare, si sa, è una passione. La libertà, l’aria aperta, il cielo stellato. La vita sana. Proprio come una volta. La passione, però, talvolta porta un po’ oltre.
Succede in questi giorni in una ex città abruzzese, L’Aquila, dove circa seimila persone sfidano ostinatamente il maltempo, il freddo e la neve pur di non lasciare le proprie tende.
Forse attendono solo un segnale dal capocomitiva Silvio Berlusconi. In molti, infatti, scoprirono l’amore per canadesi & C. lo scorso 8 aprile, quando il premier ebbe a dire ad una tv tedesca che basta «vedere le cose con un po’ di ottimismo e fare come se si trattasse di un fine settimana in campeggio».
Oltre agli aquilani, felici per il divertente diversivo vacanziero, tale prezioso proclama fu stranamente evidenziato solo all’estero (Guardian, El Pais, Times).
Furono in molti ad aderire all’iniziativa tra gli abruzzesi. Alcuni tra loro così convintamente che ora non c’è verso di schiodarli.
Sarà mica che il capocomitiva, tutto intento a far miracoli, si è dimenticato di avvertirli che la stagione ludico-turistica si è conclusa? Che, ci dispiace tanto, ma dopo il “fine settimana in campeggio” arriva inesorabilmente il lunedì?
Campeggiatori. Valli un po’ a capire.