Leggo con rassegnazione che il "biotestamento" sta assumendo contorni grotteschi durante la farsesca, grottesca, pornografica votazione parlamentare.
Al fine di evitare altri "Casi Eluana", si vieta l'interruzione di alimentazione e idratazione forzata. Sono sbalordito. Nonostante mi chieda perché mi stupisca ancora. Nonostante mi chieda perché non abbia ancora chiesto l'asilo politico al Bhutan, dove il "Pil" è stato sostituito con il "Bil": Benessere Interno Lordo. In Italia è il Bhutan la notizia. Chissà come se la ridono, lassà nel Bhutan, di noi miseri, accondiscendenti italiani.
Leggo con interesse che nel Bhutan, che è sull'Himalaya, vige la monarchia. Il Re, quel pazzo, ha imposto la sua volontà sul suo popolo. Ha, cioè, introdotto i partiti, soprattutto quelli avversari, e obbligato a votare. Obbligato a votare liberamente. Sarà che lassù in cima a quei monti c'è l'ossigeno rarefatto. Il Re che impone la democrazia. Mah.
Qui da noi, tra le macerie e la polvere e i miasmi quotidiani, gli atti del Popolo della Libertà sono quasi esclusivamente divieti. C'è qualcosa che non torna.
Penso con forte astio interiore che se il Re del Bhutan impone la democrazia mentre il Re di Arcore impone che non posso nemmeno decidere se morire o no, qualcosa non torna. Oppure torna tutto, e tutti sono felici: la norma c'è e la Chiesa è contenta. Poi, se vuoi morire, muori a casa tua, di nascosto. Si fa ma non si dice. Come sempre, in Italia. Salviamo la faccia. Solo che la faccia fa schifo. E' un composto di cerone e lifting. E' un cimitero, è una nebbia malata e tossica, è un'epigrafe sconnessa.
Evviva il Bhutan forzatamente libero.