Blog. Nel ddl intercettazioni resta la norma che obbliga anche i blog a pubblicare entro 48 ore le rettifiche. "Per i siti informatici compresi i giornali e i periodici diffusi per via telematica le rettifiche sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". "Si tratta - commenta la democratica Donatella Ferranti - di un ingiustificato ostacolo ai nuovi strumenti di comunicazione. Si rischia così di paralizzare il blog".
Che Dio mi fulmini, ma io sono d’accordo con questo comma specifico della stupenda e libertaria legge Bavaglio. Ieri sera, a Linea Notte, l’ottima Giovanna Botteri ha raccontato cos’è successo negli Usa: un blog ha riportato una frase di una funzionaria (di colore) del governo americano per il settore dell’agricoltura. La frase era: “Non ho dato i soldi a quell’agricoltore perché era bianco”. La Fox ha scovato la notizia/filmato su questo blog e l’ha rilanciata. In pochissimo anche le altre emittenti hanno amplificato il tutto, si è creato un caso che ha costretto la funzionaria a dimettersi. Anzi, è stata licenziata. Poi si è scoperto che quella frase era in un contesto del tutto differente e che, inserita nel discorso più ampio, aveva esattamente il senso opposto. Un’altra tv è andata a cercare l’agricoltore in oggetto che ha ribadito come quella funzionaria non solo era stata carina e gentile, ma che l’aveva aiutato e salvato, lui e la sua fattoria, dalla bancarotta.
In Usa si è così scatenato un dibattito sull’informazione seria. Beati loro che possono ancora fare dibattiti di questo tipo, avendone ancora alcuni vessilli di informazione seria. Il dibattito si incentra soprattutto sulla correttezza del controllo delle fonti, che per un giornalista segna la differenza tra il pubblicare una bufala, altrimenti detta minchiata, e il pubblicare una notizia.
Un blog ed un blogger possono pubblicare una notizia?
Secondo me, che sono giornalista, sì. Qui si parla di notizie, non di opinioni: quelle sono un’altra cosa. Ma se un blogger vuole giocare a fare il giornalista, non l’opinionista, il gioco deve rispettare alcune regole. Se per esempio io qui dico che un politico a caso è secondo me una testa di cazzo e che mi sta molto antipatico, io lo voglio dire, e nessuno mi può impedire di dirlo: se poi quello mi fa causa per diffamazione, c’ha ragione. Se io dico che un politico è bravissimo o che un’attrice è una gran gnocca, è sempre un’opinione; positiva, per cui non prenderò querele, ma un’opinione.
Se io dico che un politico prende mazzette e pubblico un resoconto bancario che lo dimostra sul mio blog, non è un’opinione. E’ una notizia. E se è una notizia interessa al pubblico: per questo è possibile (almeno in America succede, qui un po’ meno…) che venga ripresa dai media che la rilancino.
Se però la mia notizia è una cazzata, non posso dire: ok, scherzavo dai, non sono mica un giornalista…
Si capisce che qui la libertà non c’entra nulla; qui c’entra la professionalità e l’importanza dell’informazione che, oltre ad essere libera, deve essere anche vera. Magari dite voi, eh? Lo dico anche io.
Ritengo quindi che sia giusta la rettifica entro le 48 ore per i blog e i blogger che vogliono giocare a fare i giornalisti per quello che riguarda le notizie. Non credo sia un ostacolo che rischia di paralizzare i nuovi mezzi di comunicazione, come commentato dalla PD Ferranti. Mica è un obbligo scrivere di questo. Si possono scrivere tante altre belle cose, nella vita, oppure disegnare, cucinare, fare una passeggiata.
Che Dio mi fulmini, ma io sono d’accordo con questo comma specifico della stupenda e libertaria legge Bavaglio. Ieri sera, a Linea Notte, l’ottima Giovanna Botteri ha raccontato cos’è successo negli Usa: un blog ha riportato una frase di una funzionaria (di colore) del governo americano per il settore dell’agricoltura. La frase era: “Non ho dato i soldi a quell’agricoltore perché era bianco”. La Fox ha scovato la notizia/filmato su questo blog e l’ha rilanciata. In pochissimo anche le altre emittenti hanno amplificato il tutto, si è creato un caso che ha costretto la funzionaria a dimettersi. Anzi, è stata licenziata. Poi si è scoperto che quella frase era in un contesto del tutto differente e che, inserita nel discorso più ampio, aveva esattamente il senso opposto. Un’altra tv è andata a cercare l’agricoltore in oggetto che ha ribadito come quella funzionaria non solo era stata carina e gentile, ma che l’aveva aiutato e salvato, lui e la sua fattoria, dalla bancarotta.
In Usa si è così scatenato un dibattito sull’informazione seria. Beati loro che possono ancora fare dibattiti di questo tipo, avendone ancora alcuni vessilli di informazione seria. Il dibattito si incentra soprattutto sulla correttezza del controllo delle fonti, che per un giornalista segna la differenza tra il pubblicare una bufala, altrimenti detta minchiata, e il pubblicare una notizia.
Un blog ed un blogger possono pubblicare una notizia?
Secondo me, che sono giornalista, sì. Qui si parla di notizie, non di opinioni: quelle sono un’altra cosa. Ma se un blogger vuole giocare a fare il giornalista, non l’opinionista, il gioco deve rispettare alcune regole. Se per esempio io qui dico che un politico a caso è secondo me una testa di cazzo e che mi sta molto antipatico, io lo voglio dire, e nessuno mi può impedire di dirlo: se poi quello mi fa causa per diffamazione, c’ha ragione. Se io dico che un politico è bravissimo o che un’attrice è una gran gnocca, è sempre un’opinione; positiva, per cui non prenderò querele, ma un’opinione.
Se io dico che un politico prende mazzette e pubblico un resoconto bancario che lo dimostra sul mio blog, non è un’opinione. E’ una notizia. E se è una notizia interessa al pubblico: per questo è possibile (almeno in America succede, qui un po’ meno…) che venga ripresa dai media che la rilancino.
Se però la mia notizia è una cazzata, non posso dire: ok, scherzavo dai, non sono mica un giornalista…
Si capisce che qui la libertà non c’entra nulla; qui c’entra la professionalità e l’importanza dell’informazione che, oltre ad essere libera, deve essere anche vera. Magari dite voi, eh? Lo dico anche io.
Ritengo quindi che sia giusta la rettifica entro le 48 ore per i blog e i blogger che vogliono giocare a fare i giornalisti per quello che riguarda le notizie. Non credo sia un ostacolo che rischia di paralizzare i nuovi mezzi di comunicazione, come commentato dalla PD Ferranti. Mica è un obbligo scrivere di questo. Si possono scrivere tante altre belle cose, nella vita, oppure disegnare, cucinare, fare una passeggiata.