giovedì 16 aprile 2009

Tra informare e allarmare, c'è di mezzo il Sismologo de Noantri


In mezzo alla marea di dichiarazioni di persone totalmente ignoranti in materia che si trovano a gestire la materia, una materia che purtroppo riguarda anche la vita (e la morte) delle persone, le uniche parole sensate che mi è capitato di sentire sono state quelle di un medico, di un neurochirurgo, intervistato ieri sera per il sempre ottimo Chi l'ha visto? della sempre ottima Federica Sciarelli.

Quest'uomo, che si è spezzato la schiena perché scappando dalla casa crollante non ha più trovato la rampa di scale, ha detto, con pazienza, con estrema calma, una cosa talmente lampante, semplice, addirittura banale se non logica, che mi sono dato una pacca sulla fronte. Stile: porca miseria, è vero!

Ha detto, più o meno: «Tutti ci hanno detto di stare tranquilli, di non allarmarci. Soprattutto i giornali e le tv, per cui questi sciami sismici erano normali. Dovevamo stare tranquilli perché è impossibile prevedere l'arrivo di un terremoto; ma se non si può predire che accada con certezza, non si può nemmeno dire che non accadrà con certezza. Dovrebbero smettere di trattarci come bambini idioti, e fare informazione per creare consapevolezza: non chiudere le porte a chiave, tenere una torcia e il cellulare a portata di mano, non lasciare le macchine nei box. Piccole accortezze che salvano la vita, non allarmismo».

La calma con cui ha detto tutto ciò, paragonando la situazione a quel "consenso informato" a cui il medico chirurgo è obbligato -giustamente- nei confronti del paziente. Mica lo allarma. Mica dice che morirà e che deve scappare. Lo tratta da paziente, adulto e in grado di capire che esiste un rischio di cui essere consapevoli. Un rischio in base a cui prendere decisioni.

Ecco. Queste parole dovrebbero essere chiare a tutti coloro che si riempiono la bocca in questi giorni. Al Silvio Pompiere e ora pure Sismologo de Noantri, per esempio, che hanno tutti elogiato, sondaggi compresi (sempre i suoi), elargitore di promesse nelle solite situazioni -sconcertante confrontare le parole post terremoto di San Giuliano di Puglia con quelle post terremoto de L'Aquila: UGUALI.

Oppure, ognuno dovrebbe sentire la responsabilità di conoscerle, queste parole. Perché salvarsi il culo è molto, molto più auspicabile che essere due volte vittima: prima della morte, poi della strumentalizzazione piagnonistica vespianberlusconiana.