A parte gli aspetti tecnico-giuridici e le motivazioni costituzionali, c’è una questione politica che divide la Lega dal Pdl, quantomeno ad una parte del Pdl. Ne vogliamo parlare?
«Un attimo. Ci sono altri motivi che impediscono l’abbinamento. La segretezza del voto verrebbe meno. Se tu non hai intenzione di partecipare al referendum, non ti presenti al seggio. Ma se facciamo l’accorpamento, devi ritirare le schede per le Europee e le amministrative, e se non intendi votare per il referendum lo devi dire. Nel momento in cui fai questa dichiarazione al seggio, viene meno il segreto del voto. Questo è un ulteriore motivo di incostituzionalità [...]». (La Stampa di oggi, intervista di Amedeo La Mattina al ministro Calderoli)
Illuminante come sempre, il cosiddetto ministro Calderoli spiega e rilegge i principi costituzionali. Fatto, questo, che ci fa pure capire il motivo d'esistere, la ragion d'essere del suo Ministero: la Semplificazione legislativa.
Perché più semplificatorio di così non si può. Un giornalista avrebbe dovuto chiedere controbattere: "Scusi, signor ministro, ma cosa sta blaterando?". Perché questa è la funzione del giornalista. Non fare domande a caso e porgere il microfono (o il taccuino). Non nascondersi dietro una posticcia imparzialità. Non scrivere e poi lasciare che sia il lettore a capire dove stanno le stronzate e dove no.
Un giornalista non può permettere che un ministro, soprattutto un ministro, sostenga una nefandezza come questa. La segretezza del voto è inviolabile. Ma la segretezza riguarda il contenuto del voto: per un partito o per un altro, per un sì o per uno. Non l'andare a votare o meno. Se uno a votare ci va o no, lo si vede dal registro che ha ogni seggio elettorale e che viene fornito dal Ministero dell'Interno per tramite dell'anagrafe. Quel registro su cui si firma una volta votato.
Se venisse fatto come si spera l'election day, uno può tranquillamente andare e prendere solo le schede per le amministritive e le europee. In quei registri firmerà. Si può sottrarre al referendum, invece: in quel registro non firmerà. Ovviamente, la disquisizione padanofilosofica sulla segretezza del voto è un'emerita stronzata volontaria.
Il mestiere di giornalista teoricamente dovrebbe smascherarla e impedire che qualcuno la prenda per buona. Perché può capitare. Ce lo insegna la storia, e la stessa presenza del ministro Calderoli.