Ognuno può fare quello che vuole. E su questo non ci piove. David Sassoli è liberissimo di candidarsi, o meglio, di essere candidato alle elezioni europee per il PD. Liberissimo. Capolista, poi: più che libero. Probabilmente è preparato e non stona. O comunque stona molto meno di altri.
Ognuno può fare quello che vuole, ci mancherebbe pure. Storicamente, la categoria "giornalisti" (un tempo si sarebbe potuto dire "intellettuali", parola in disuso per terminata attività probabilmente) ha sempre prestato importanti nomi alla politica. Senza scadere in seminari da due soldi, si potrebbe sostenere che il giornalismo italiano è di per sé politica. Ma questo discorso lo sanno anche i bambini dei manifesti dell'Udc, quindi lasciamo perdere.
Ognuno può fare quello che vuole, ma sinceramente, da giornalista (probabilmente da giornalista immaturo) credo che appiccicare la propria faccia a un simbolo di partito sia un errore. O meglio, una scelta, salvo il fatto che ognuno può fare quello che vuole, non condivisibile. E questa mia profondissima riflessione poggia sulla certezza che una scelta di questo tipo può, soprattutto nella società contemporanea, minare l'autorevolezza sia come politico, sia come giornalista. Sempre se a qualcuno gliene frega qualcosa di avere un'autorevolezza. Nondimeno, sempre se c'è qualcuno in grado di giudicare e definire qualcuno autorevole o meno.
Strumentalmente o no, facendo una scelta del genere, di "scendoincampiana" memoria, si rimette in discussione tutto ciò che si è fatto come giornalista fino a quel momento; ugualmente, si mette in discussione tutto ciò che si farà da quel momento in poi. Si presta il fianco, insomma, ad attacchi che con la politica non c'entrano nulla. E questo, in un Paese cristallino e intonso come il nostro, sarebbe sicuramente un vulnus inaccettabile.
Come successo con la Gruber, come successo con Vulpio, ora con Sassoli, si sente dire: "Visto? Quando si diceva che era una comunista, avevamo ragione noi!!!". E non sono scene belle. Anche perché, comunismo a parte, un po' c'hanno anche ragione. E dare ragione a uno come Gasparri è sicuramente una delle cose più brutte che può capitare nella vita.
Insomma, basta. Anche perché possono cadere miti. Riuscite ad immaginarvi, per esempio, se, che so, uno come Emilio Fede venisse candidato alle europee? Quanti sarebbero a dire, ingiustamente, che allora era vero, che era un po' berlusconiano?
Sia mai, e così sia.